Atteggiamenti simili degli antichi rivali.
La politica sui migranti unisce i due contendenti elettorali di pochi mesi orsono. Il Presidente Macron, nonostante alcuni proclami buonisti (ma neppure poi tanti), assume un atteggiamento di chiusura nei confronti dei flussi migratori. E ciò proprio nel momento in cui da tutta Europa arrivano le ammissioni ad aver lasciato la patata bollente in mano esclusivamente all’Italia.
Ma come spesso accade dalle parole ai fatti c’è un abisso. Macron ha rafforzato i controlli alle frontiere con l’Italia. E lo stesso minaccia di fare l’Austria. Con la Germania che si appresta a dare una stretta simile per salvare il governo Merkel.
Anche in casa tedesca le parole fioccano, ma i fatti confermano una volontà di fondo dell’Europa di chiudere le porte.
Un apprezzamento a Salvini giunge invece da Marine Le Pen. La leader del Raggruppamento Nazionale ha addirittura annunciato in un’intervista di ritenere il Ministro dell’Interno italiano, colui che salverà l’Europa, rendendole la propria identità.
Si palesa quindi una dicotomia forte e certamente pericolosa. L’attrito tra i membri della Comunità potrebbe innescare reazioni che è difficile prevedere. Una cosa è certa. Nonostante annunci e dichiarazioni incrociate, la posizione dell’Europa appare netta. C’è chi parla chiaro, e c’è invece chi assume atteggiamenti che non si fa fatica a giudicare ipocriti. La Francia, voglio ricordare, arrivò addirittura a infrangere la sovranità italiana in occasione dell’irruzione negli uffici doganali di Bardonecchia. Presentando poi inutili e insulse scuse.
Chissà cosa pensa in questo momento l’elettore medio di Macron, e chi colpevolizzò la Le Pen.